LE ALLERGIE

(IMMAGINI tratte da: http://www.allergia2000.it)
La pollinosi rappresenta
almeno il 50% di tutte le sindromi allergiche che affliggono periodicamente
adulti e bambini. Ma, pur essendo la più diffusa, non è sicuramente l'unica
forma di allergia. Infatti anche gli animali domestici, la polvere, alcuni
alimenti e farmaci possono risultare pericolosi e scatenare reazioni allergiche
temibili.

Graminacee |

Polline |
Allergie professionali La
diffusione delle allergopatie professionali origina dall'evoluzione tecnologica
produttiva ed il modo di trattarle è una conquista della Medicina del Lavoro
degli ultimi trent'anni. Su scala mondiale sono circa 280 le sostanze
"professionali" capaci di indurre una patologia allergica caratterizzata
soprattutto da asma e dermatiti, ma anche da rinite, orticaria ed angioedema.
Allergie agli insetti pungitori
In Italia gli imenotteri (vespe, polistini, calabroni, api) sono gli insetti
potenzialmente responsabili di reazioni allergiche gravi e alcune volte fatali.
Altri artropodi (zanzare, tafani, zecche) possono indurre solo eccezionalmente
reazioni allergiche, mentre la loro puntura è spesso causa di reazioni
infiammatorie o infettive.
Allergie ambientali Tra i
fattori ambientali coinvolti nell'aumento dei casi soprattutto di asma, che si
sta registrando negli ultimi anni, un ruolo importante viene ricoperto dagli
ALLERGENI "INDOOR". Posizione di primo piano, comunque, è sempre mantenuta dagli
allergeni aerodispersi che provengono dai pollini delle piante, responsabili
della POLLINOSI. Non rara causa di allergia respiratoria sono anche le MUFFE o
MICOFITI.
Valutazione allergologica La
visita allergologica consiste in una valutazione attenta del quadro clinico per
arrivare alla definizione di specifici provvedimenti terapeutici e preventivi
propri del singolo caso. Indirizzano nella scelta del corretto percorso
diagnostico terapeutico una anamnesi attenta e la tipologia dei sintomi riferiti
dalla persona.
Immunoterapia Specifica (ITS) I principi sui quali si basa la pratica dell'Immunoterapia Specifica (ITS)
sono nati dall'empirismo, ma sono stati validati scientificamente negli ultimi
vent'anni. Si tratta di somministrare estratti dei composti che causano la
reazione allergica iniziando da dosi bassissime per arrivare alle dosi massime
sopportate.
Allergia Le allergie sono una
eccessiva reazione a sostanze che in generale non sono pericolose per l'uomo,
dato che costituiscono una risposta immunitaria parossistica rispetto al normale.Normalmente
il sistema immunitario ci protegge da organismi patogeni, quali batteri, virus o
sostanze tossiche. L'allergia, invece, è la risposta che un sistema immunitario
ipersensibile rivolge verso organismi non patogeni.
Allergie respiratorie L'asma
è una condizione cronica caratterizzata da ostruzione dei bronchi, accompagnata
da una serie di sintomi: tosse, costrizione al petto, mancanza di fiato.
Allergie a muffe, acari ed animali domestici
Sono una delle cause di rinite stagionale, insieme ai pollini. Si tratta di
piccole spore che, proprio per le loro ridotte dimensioni, riescono a
travalicare le naturali difese dell'organismo, rappresentate dai filtri nasali,
e quindi ad entrare fin nei polmoni.
Allergia ai pollini Ogni
anno, nel periodo che va da marzo ad ottobre circa, milioni di italiani soffrono
di un'allergia fastidiosa, quella ai pollini. Si tratta di piccole particelle
rilasciate nell'aria dalle piante, che giungono, attraverso l'aria inspirata, al
naso e alla gola dei tanti allergici, scatenando la rinite allergica.
Pollini
Test allergologici Sono
milioni gli italiani soggetti ad allergie; alcuni sottovalutano questa
condizione perché i loro sintomi sono piuttosto lievi e non incidono fortemente
sulla vita quotidiana.
Allergie professionali
La diffusione delle
allergopatie professionali origina dall'evoluzione tecnologica produttiva ed il
modo di trattarle è una conquista della Medicina del Lavoro degli ultimi trent'anni.
Su scala mondiale sono circa 280 le sostanze "professionali" capaci di indurre
una patologia allergica
caratterizzata soprattutto da asma e dermatiti, ma anche da rinite, orticaria ed
angioedema.
Il termine "professionale" significa semplicemente che l'organismo umano
incontra la causa scatenante dell'allergia in un ambiente di lavoro con le
caratteristiche determinate dal modo di disperdersi di quella sostanza (polveri,
vapori, contatti), con la frequenza condizionata dai tempi di lavorazione.
La sensibilizzazione allergica può essere determinata da polveri vegetali,
derivati animali, insetti, composti chimici complessi e composti chimici
semplici.
La patologia da
più tempo conosciuta è l'allergia a farine di cereali (la malattia dei
panificatori).
Quella più recente è l'allergia a latice dei manufatti in gomma, quella più
curiosa in agricoltura è l'allergia all'aglio.
La diagnosi di
una allergopatia da ambiente da lavoro è complessa, soprattutto per le
conoscenze che richiede ed i collegamenti differenziali con la patologia
allergica da ambiente di vita.
L'Unità di Medicina del Lavoro dell'Ospedale di Cremona, con il suo Centro
Allergologico, è struttura di riferimento regionale in Lombardia per questi
aspetti.
La desensibilizzazione
specifica mediante immunoterapia specifica
(ITS) è attualmente praticabile solo per l'allergia alla farina di frumento.
Il trattamento dei casi di allergopatia professionale si avvale di interventi
farmacologici, sull'ambiente, sul posto di lavoro, sui comportamenti lavorativi,
sulla sostituzione di sostanze, sulle protezioni personali e ambientali.
Non sempre, però, è possibile recuperare il paziente ad un normale equilibrio di
salute. Parecchie patologie professionali allergiche sono tutelate dal sistema
assicurativo INAIL in quanto generano invalidità.
Ogni caso diagnosticato deve pertanto costituire punto di partenza di un
programma che impegna medico, lavoratore e datore di lavoro in una serie di
rapporti non semplici, le cui procedure sono però ora indirizzate secondo il
quadro legislativo del DLgs 626/94, come sistema di sviluppo di prevenzione e
protezione.
Allergie agli insetti
pungitori
In Italia gli imenotteri
(vespe, polistini, calabroni, api) sono gli insetti potenzialmente responsabili
di reazioni allergiche gravi e alcune volte fatali.
Altri artropodi (zanzare, tafani, zecche) possono indurre solo eccezionalmente
reazioni allergiche, mentre la loro puntura è spesso causa di reazioni
infiammatorie o infettive.
L'allergia al veleno degli imenotteri interessa una percentuale di popolazione
stimabile intorno al 3%.
Circa la metà dei soggetti punti, dopo una iniziale reazione allergica,
acquisisce una tolleranza spontanea alle punture dell'insetto responsabile,
mentre nell'altra metà dei soggetti è possibile che si verifichino reazioni
gravi ad esito anche potenzialmente fatale per shock anafilattico.
Le reazioni avverse a punture di vespe o api che fanno sospettare una allergia
appartengono a due categorie:
-
"reazione cutanea
locale estesa" con edema diffuso
-
"reazioni generali"
in soggetti che in seguito a
precedenti punture si sono sensibilizzati (orticaria, angioedema, crampi
addominali, nausea, vomito, edema della glottide, difficoltà respiratoria,
perdita di coscienza, collasso cardiocircolatorio e in qualche caso morte).
|
La persona che ha
manifestato un evento anafilattico da puntura di imenottero è da considerare con
attenzione non solo per il singolo episodio ma soprattutto per quelli
successivi. Una corretta informazione può salvare la vita.
È vitale la tempestività dell'intervento medico: l'attesa per osservare può far
perdere tempo prezioso.
Tutte le reazioni, sia le reazioni locali estese che in particolare le reazioni
sistemiche, devono essere approfondite con una diagnosi allergologia,
indirizzando la persona presso un centro specializzato nella diagnosi e
nella terapia degli stati di ipersensibilità da punture di insetto.
La terapia degli
episodi è medica, quando necessario in urgenza il farmaco d'elezione è
l'adrenalina (che può essere pericolosa).
La persona può essere addestrata ad auto-somministrarsi il farmaco con
dispositivi automatici per la prima necessità.
Per i soggetti identificati come allergici il vero intervento preventivo è la
desensibilizzazione mediante vaccini specifici, somministrati a dosi crescenti.
L'immunoterapia specifica risulta in grado di proteggere dalle punture più del
90% dei pazienti trattati ed è una terapia "salva
vita".
Restituire agli allergici ad api o vespe una sicurezza di vita comporta un
confluire di mezzi, esperienze e motivazioni che uniscono la struttura sanitaria
ed il paziente in una programmazione comune.
Allergie ambientali
Le
malattie allergiche hanno in comune una abnorme reattività immunologica
dell'organismo verso sostanze, definite
allergeni, innocue per i soggetti "normali".
Una volta inalato l'allergene determina manifestazioni a carico soprattutto
dell'apparato respiratorio: rinite e asma bronchiale.
Se la predisposizione genetica è fondamentale per lo sviluppo delle
manifestazioni cliniche, è però l'esposizione ambientale che determina
l'emergere di tali affezioni.
Tra i fattori ambientali coinvolti nell'aumento dei casi soprattutto di asma,
che si sta registrando negli ultimi anni, un ruolo importante viene ricoperto
dagli "Allergeni Indoor".
Posizione di primo piano, comunque, è sempre mantenuta dagli allergeni
aerodispersi che provengono dai pollini delle piante, responsabili della
Pollinosi.
Non rara causa di allergia respiratoria
sono anche le Muffe o Micofiti.
Allergeni Indoor
L'attuale stile di vita
dell'uomo nei Paesi occidentali è caratterizzato dalla permanenza per tempi
prolungati in ambienti interni ("indoor").
Inoltre le costruzioni moderne, per motivi di maggiore comfort e risparmio
energetico, presentano caratteristiche che facilitano l'accumulo delle polveri
allergeniche ed il ristagno di inquinanti ambientali (fumo di sigaretta, sistemi
di climatizzazione, prodotti per l'igiene), che determinano un effetto irritante
sulle vie aeree facilitando la penetrazione degli allergeni.
Nell'ambito della polvere di abitazione gli allergeni sono rappresentati
soprattutto dal materiale di escrezione degli Acari del genere Dermatophagoides.
ACARI
Altri importanti allergeni presenti nella polvere domestica sono i derivati
epidermici di animali.
Un certo interesse allergologico hanno anche alcuni Miceti, come l'Aspergillus
ed il Penicillum, che attecchiscono nelle carte da parati e nei condizionatori
d'aria, e alcuni tipi di Scarafaggi.

Aspergillus |

Cladosporium |
MUFFE
Un buon indicatore del rischio allergico nelle abitazioni ed in particolare
nelle camere da letto è il dosaggio in laboratorio della contaminazione da
allergeni nelle polveri aspirate nei locali stessi. Si può effettuare su
campioni di polveri raccolte con modalità e istruzioni semplici.
Una volta individuato in un soggetto lo stato allergico o "atopico", mediante
l'esecuzione dei tests cutanei ed il dosaggio delle immunoglobuline E
totali e specifiche, si deve attuare una attenta profilassi ambientale
anti-allergene, riducendo l'impiego di tappeti e moquettes, materassi e cuscini
di lana, tendaggi, parati, peluche ed animali domestici.
Quindi si prenderà in considerazione un'opportuna terapia medica
e l'eventuale Trattamento Desensibilizzante Specifico mediante vaccini
allergenici (Immunoterapia Specifica).
Pollinosi
Col termine pollinosi ci
si riferisce ad una malattia allergica stagionale (cioè presente nel periodo
dell'anno in cui circola nell'atmosfera il polline responsabile).
Le persone sensibilizzate ad uno o più pollini presentano, nel periodo in cui è
presente il polline nell'aria, problemi che vanno dalla congiuntivite
(arrossamento degli occhi, lacrimazione e prurito), alla rinite (starnuti,
rinorrea acquosa e ostruzione nasale), fino ad arrivare all'asma (tosse,
difficoltà di respiro e broncospasmo).

Composite |

Graminacee |

Parietaria |

Polline
Parietaria |

Polline Betulla |

Polline Composite |

Polline Ulivo |

Polline Cipresso |
Non tutte le piante o le erbe, fiorendo, possono provocare reazioni allergiche
ma solamente quelle che utilizzano una impollinazione di tipo anemofilo, legata
alla capacità del granulo pollinico (estremamente leggero) di essere trasportato
dal vento e di rimanere così a lungo in sospensione nell'aria.
In aggiunta alle manifestazioni classiche esiste anche la Sindrome Allergica
Orale (SAO), che si manifesta con prurito e gonfiore alle labbra ed in bocca
dopo avere mangiato alcuni tipi di frutta e verdura che presentano allergeni in
comune con i pollini.
Tra le crociature più comuni da ricordare:
-
Graminacee con pomodoro, Kiwi, agrumi, melone e anguria
-
Betulle con carota, finocchio, frutta secca, mela, pera, pesca e ciliegia
-
Parietaria
con basilico, melone e ciliegia
-
Artemisia con carota,
finocchio, sedano, prezzemolo, banana e castagna.
|
Per potere formulare una diagnosi precisa
la persona deve essere sottoposta a test cutanei e dosaggio delle IgE
circolanti.
Importante poi una valutazione della funzionalità respiratoria, soprattutto nel
periodo in cui il disturbo è massimo, ai fini di individuare precocemente
segnali di bronco-ostruzione.
La terapia prevede
l'impiego di farmaci per uso locale o sistemico (da
assumersi nel periodo in cui sono presenti i sintomi), ed eventualmente una
immunoterapia specifica ("vaccinoterapia"), che va iniziata prima del periodo di
fioritura.
Muffe o Micofiti
Le Muffe o Micofiti,
attraverso le loro spore, sono causa non rara di allergia respiratoria, sia
nella sua forma IgE-mediata che in quella, più complessa, delle cosiddette micosi broncopolmonari
allergiche.
Le cause più comuni della patologia allergica
vera sono Alternaria e Cladosporium, forme fungine che crescono soprattutto
sulle pagine fogliari delle Angiosperme (flora filloplana). Le loro spore
vengono emesse in coincidenza con l'acme della vegetazione delle piante-ospiti
(fine primavera-inizio estate).
Le spore di Alternaria sono state più volte chiamate in causa come agenti di
crisi asmatiche acute e gravi dell'estate e del primo autunno.
Le muffe, però, colonizzando l'albero respiratorio, possono dare luogo a delle
alveoliti in cui la risposta IgE è soltanto uno dei meccanismi. In tali forme il
primo fungo ad essere chiamato in causa (1952) è stato l'Aspergillus fumigatus,
ancora oggi il più comune agente causale di questa patologia.
Un certo interesse al proposito hanno anche altre forme fungine, sia del genere
Aspergillus (A. niger, flavus, terreus), sia di altri generi, tra i quali
Penicillum, Candida, Mucor, Helmintosporium, Rhizopus.
Da ricordare anche la possibilità, dovuta all'inalazione massiccia di spore
fungine che si può determinare in certe professioni (formaggiai, fabbricanti di
tappi di sughero, ecc.), di sviluppare fenomeni di broncopolmonite da
ipersensibilità.
Quindi si prenderà in considerazione un'opportuna terapia medica
e l'eventuale Trattamento Desensibilizzante Specifico mediante vaccini
allergenici (Immunoterapia Specifica).
Valutazione allergologica
La visita allergologica
consiste in una valutazione attenta del quadro clinico per arrivare alla
definizione di specifici provvedimenti terapeutici e preventivi propri del
singolo caso.
Indirizzano nella scelta del corretto percorso diagnostico terapeutico
personalizzato una anamnesi attenta
e la tipologia dei sintomi riferiti dalla persona.
In particolare possono essere indicati quattro profili per la gestione del
soggetto allergico in base alle specifiche esigenze valutate dal medico:
1-
Percorso diagnostico terapeutico allergologia respiratoria
-
Visita
-
Test cutanei
-
Prick
test (allergeni inalabili)
-
Test sierologici
-
Ige
totali
-
Ige specifiche.
-
Valutazione funzionale
-
Spirometria
-
Rinomanometria.
-
Test di provocazione
aspecifici
-
Metacolina
-
Esercizio fisico.
-
Test di provocazione specifici
-
Altri accertamenti
-
Medico-specialistici
(otorinolaringoiatra, oculista, ecc.)
-
Di laboratorio (cellule e mediatori)
-
Dosaggi ambientali
(allergeni acaridici, valutazione pollini).
-
Provvedimenti
2- Percorso diagnostico
terapeutico allergologia cutanea
-
Visita
-
Test cutanei
-
Altri accertamenti
-
Provvedimenti
3- Percorso diagnostico
terapeutico allergologia professionale
4- Percorso diagnostico
terapeutico allergologia insetti pungitori
-
Visita
-
Test cutanei
-
Intradermo
test
-
Prick
test.
-
Test sierologici
-
Ige
totali
-
Ige
specifiche
-
Igg specifiche.
-
Altri accertamenti
-
Medico-specialistici
-
Entomologici.
-
Provvedimenti
|
Immunoterapia Specifica (ITS)
I principi sui quali si
basa la pratica dell'Immunoterapia Specifica (ITS) sono nati dall'empirismo, ma
sono stati validati scientificamente negli ultimi vent'anni.
Si tratta di
somministrare estratti dei composti che causano la reazione allergica, iniziando
da dosi bassissime per arrivare alle dosi massime sopportate. Lo scopo è quello
di indurre una tolleranza immunologia, ossia di ricondizionare i complessi
meccanismi cellulari e sierologici di difesa dell'organismo in modo da
correggere le reazioni abnormi verso uno o più allergeni specifici. Tutta la
nostra vita ha una storia di tolleranza graduale all'ambiente che ci circonda.
L'ITS ripete in piccolo ed in maniera mirata questo processo.
Come per altre procedure terapeutiche controllate (chemioterapia,
ormonoterapia), anche l'ITS si svolge a cicli e con la necessaria sorveglianza
sui rischi di effetti avversi. Le procedure adottate presso gli ambulatori del
Dipartimento Malattie Allergiche si rifanno a linee guida e documenti di
consenso internazionali, ma ogni trattamento è personalizzato in funzione del
tipo di allergia e
del tipo di individuo. Il soggetto viene a tale scopo assunto in cura diretta.
Allo stato attuale delle conoscenze è possibile porre in ITS le principali
allergopatie respiratorie da pollini, da polveri abitative, da gatto, da muffa
Alternaria; inoltre (ed è una terapia salvavita),
l'allergia a veleno di vespe, calabroni, api.
La proposta di iniziare una ITS a cicli e la scelta del vaccino allergenico
adatto competono al medico.
Oggi è possibile utilizzare vari tipi di vaccini iniettivi (sottocute), vaccini
orali (sottolinguali), ed inalatori (endonasali), con diverse caratteristiche di
effetto.
L'ITS impegna per anni (da tre a sei generalmente) in un programma comune il
paziente, il medico e la struttura ospedaliera.
I risultati sono:
-
la riduzione dei disturbi nasali e oculari in proporzione di almeno il 70%
-
il blocco dell'evoluzione dell'asma allergico
-
in parecchi casi
l'attenuazione radicale dello stato di sensibilizzazione allergica personale.

Allergie
Cosa sono e come si presentano
Le allergie sono una
eccessiva reazione a sostanze che in generale non sono pericolose per l'uomo,
dato che costituiscono una risposta immunitaria parossistica rispetto al
normale.
Normalmente il sistema immunitario ci protegge da organismi patogeni, quali
batteri, virus o sostanze tossiche. L'allergia, invece, è la risposta che un
sistema immunitario ipersensibile rivolge verso organismi non patogeni.
È la prima esposizione all'allergene che provoca nell'individuo la reazione
allergica e fa sì che esso riconosca l'allergene ogni qualvolta ne verrà a
contatto in seguito. Infatti i sintomi si presentano alla seconda esposizione e
a quelle successive, e dipendono strettamente non solo dall'allergene in
questione, ma anche dalla parte del corpo colpita e dall'intensità della
risposta immunitaria.
Quando l'allergene viene a contatto con il sistema immunitario di un individuo,
stimola la produzione di anticorpi, i quali si legano a cellule contenenti
istamina.
È la produzione di questa sostanza che provoca nel paziente allergico i tipici
sintomi: prurito, gonfiore ai tessuti colpiti, ipersecrezione di muco, spasmi
muscolari. La severità e la varietà di questi sintomi è fortemente soggettiva
perché varia a seconda della persona colpita.
Gli allergeni più comuni sono il cibo, i farmaci, alcune sostanze contenute nei
cosmetici, alcuni metalli contenuti nella gioielleria o nella bigiotteria, le
punture di insetti, gli acari della polvere, i pollini e le muffe, gli animali
domestici.
Prevenzione
È accertato che i bambini
che sono stati allattati al seno materno hanno minori probabilità di essere
soggetti da allergie; se le madri che non hanno fatto uso di alcuni alimenti
durante l'allattamento, quali latte vaccino, uova, noci ed arachidi, riescono ad
abbassare ancora di più le probabilità, nei propri figli, di contrarre
un'allergia, compreso l'eczema.
Se si è già scatenata un'allergia soltanto un'adeguata terapia e
la possibilità di evitare il contatto con gli allergeni che la scatenano potrà
ridurre al minimo il ritorno delle crisi allergiche in futuro.
Sintomi
I sintomi possono variare
in intensità e tipologia a seconda della reazione, della parte colpita e della
sensibilità del sistema immunitario del paziente.
In generale, però, alcuni sintomi sono comuni: si possono verificare rinite,
tosse, difficoltà nella respirazione, un'aumentata lacrimazione, prurito dove
c'è stato il contatto (occhi, naso, gola, pelle in generale), rash cutanei,
vomito, diarrea, mal di testa.

Esami
Per formulare la diagnosi di allergia è
innanzitutto importante tenere conto della storia clinica del paziente (periodo
e stagione di esposizione all'allergene, lavoro, tempo libero, presenza di
animali in casa).
Il colloquio con il paziente va integrato con i test allergici, cutanei o del
sangue. Questi test servono fondamentalmente ad avere una conferma dell'allergia
in atto e a cercare l'allergene che l'ha scatenata. Per esempio, alti livelli di
anticorpi ed immunoglobuline (specialmente
IgE) oppure un aumento di eosinofili stanno ad indicare che il sistema
immunitario è già venuto a contatto con l'allergene.
I test cutanei, ad ogni modo, sono i test per eccellenza volti alla ricerca
degli allergeni e possono essere anche utilizzati su neonati e bambini perché
fondamentalmente innocui. Quando, invece, l'allergene potrebbe essere un farmaco
oppure un alimento, si preferisce utilizzare il test di eliminazione o di
provocazione: la sostanza sospetta viene rispettivamente sospesa oppure
introdotta nella terapia
(nel caso di farmaci) o nella dieta (nel caso di alimenti) del paziente in
attesa di una riduzione o esacerbazione della risposta immunitaria.
Terapia
Solitamente si distingue
una terapia a
breve termine, che tende ad eliminare i sintomi immediati, ed una a lungo
termine, che ha invece come scopo quello di impedire future crisi allergiche.
In generale le allergie vengono curate con i farmaci antistaminici, che riescono
ad alleviare i sintomi lievi e moderati ma che, purtroppo, causano sonnolenza,
quindi non sono indicati se si svolgono mestieri con attrezzature potenzialmente
pericolose, o se si guida, o in qualsiasi altra occasione in cui l'attenzione è
un requisito essenziale.
Per quanto riguarda la congestione nasale
è consigliabile utilizzare prodotti decongestionanti, anche se bisogna fare
attenzione all'uso cronico di questi spray, che può causare assuefazione.
In ogni caso evitare il contatto con l'allergene resta di gran lunga il miglior
trattamento dell'allergia (soprattutto se si tratta di allergie alimentari o
farmacologiche).
Un altro tipo di trattamento a lungo termine è rappresentato dall'immunoterapia.
L'immunoterapia consiste in diverse iniezioni nel tempo di dosi sempre più alte
dell'allergene che scatena la reazione, in modo da desensibilizzare l'organismo
verso quella sostanza.
Vengono effettuate delle iniezioni sottocutanee di concentrazioni di allergene
che provocano una diminuzione delle IgE ed un aumento delle IgG. Molti pazienti
hanno trovato giovamento da questo tipo di trattamento, ed alcuni di essi hanno
sperimentato una diminuzione nei sintomi dell'allergia già a distanza di un anno
dall'inizio della terapia. Solitamente l'immunoterapia viene sospesa dopo 3
anni; sebbene alcuni pazienti abbiano avuto buoni risultati anche dopo la
sospensione del trattamento, ve ne sono altri che, invece, hanno constatato un
peggioramento dei sintomi.
Nella maggior parte dei casi, comunque, l'immunoterapia si è rivelata una
terapia efficace nella cura di rinite allergica, asma e punture d'insetti.

Prognosi
La maggior parte delle
allergie viene curata tempestivamente e con successo, ma solo per quanto
riguarda la crisi presente; un futuro contatto con l'allergene scatenerà
comunque un'altra crisi.
La desensibilizzazione del sistema immunitario operata grazie all'immunoterapia
può essere un ottimo metodo per prevenire future crisi allergiche, ma bisogna
tener conto che le iniezioni possono provocare rash cutanei o, in alcuni
soggetti, anche uno shock anafilattico. In ogni caso questo metodo può essere
utilizzato soltanto per alcuni allergeni, come pollini, polvere e simili, ma
non, ad esempio, per le allergie alimentari. È anche vero però che
l'immunoterapia si rivela efficace nei due terzi dei casi, sebbene richieda un
trattamento a lungo termine.
Shock anafilattico
Le persone allergiche si
suddividono sostanzialmente in due grandi categorie: chi sperimenta solo
fastidiosi disturbi legati all'allergia (rinite, occhi rossi, ipersecrezione di
muco ...) e chi, purtroppo, è a rischio della vita ogni volta che viene a
contatto con l'allergene, cioè sperimenta quello che comunemente viene chiamato
shock anafilattico.
Lo shock anafilattico è una iper-reazione del corpo verso una sostanza estranea.
Il sistema immunitario risponde alla presenza di questa sostanza attivando la
produzione di anticorpi i quali, a loro volta, producono immunoglobuline E
(IgE).
Le IgE, nella loro lotta alle sostanze estranee, inducono un rilascio, da parte
di specifiche cellule, di sostanze chimiche che, in grosse quantità, possono
rivelarsi dannose per l'organismo stesso. In caso di shock anafilattico questa
iper-reazione colpisce le vie aeree e la circolazione sanguigna.
Sintomi tipici dello
shock anafilattico sono la difficoltà nella respirazione dovuta all'angioedema
della glottide (gonfiore della gola), l'aumento immediato della pressione
sanguigna, lo stordimento o la perdita di coscienza.
In questi casi è importante ricorrere immediatamente all'assistenza medica. In
attesa dell'arrivo dei soccorsi è utile tenere in alto le gambe della vittima,
se ha perso coscienza, tenerla al caldo e, soprattutto se manifesta problemi
respiratori, tenerle la testa all'indietro per evitare che la lingua blocchi le
vie respiratorie.
Gli shock anafilattici
più comuni si verificano in presenza di allergeni particolari.
È il caso di allergie alimentari, morsi di insetti e assunzione di farmaci.
L'anafilassi dovuta alle allergie alimentari si manifesta soprattutto nei
bambini e dipende da cibi quali noci, arachidi, pesce e frutti di mare, latte e
latticini.
La crisi può sopraggiungere appena dopo aver ingerito l'alimento in questione. È
importante, quindi controllare, se si sa di essere un soggetto allergico, gli
ingredienti di un piatto quando si va fuori a pranzo o a cena e richiedere un
menù particolare alla mensa scolastica se il proprio figlio soffre di allergia
alimentare.
Lo shock anafilattico
indotto dai farmaci si verifica solitamente qualche secondo dopo la
somministrazione.
Generalmente è più frequente quando il farmaco viene somministrato direttamente
in vena, piuttosto che oralmente. La penicillina è il farmaco più a rischio di
shock anafilattico, ma anche altri tipi di antibiotici, anestetici e perfino
l'insulina possono provocare anafilassi. Anche gli insetti, soprattutto api,
vespe, calabroni, formiche, possono indurre shock anafilattico a causa del
veleno che iniettano quando mordono o pungono qualcuno.
Sebbene di solito lo shock anafilattico si presenti quando si sono verificati
più morsi dello stesso animale, nei soggetti allergici anche un solo morso può
rivelarsi fatale. Vestire con pantaloni e maniche lunghe ed evitare colori
accesi e profumi intensi può aiutare a tenere lontani gli insetti.
L'immunoterapia può essere, invece, un efficace metodo di prevenzione di future
crisi allergiche e di anafilassi: l'iniezione di piccole quantità di veleno
abitua l'organismo alla sostanza estranea.
È importante, però, che l'immunoterapia sia condotta sotto stretto controllo
medico perché il rischio di shock anafilattico durante la terapia
è alto.
Allergie respiratorie
L'asma
L'asma è una condizione
cronica caratterizzata da ostruzione dei bronchi, accompagnata da una serie di
sintomi: tosse, costrizione al petto, mancanza di fiato.
L'infiammazione delle vie aeree provoca una restrizione dei canali di passaggio
dell'aria sia in entrata che in uscita. In pratica, durante un attacco d'asma, i
muscoli dell'albero bronchiale si restringono e il canale in cui passa l'aria si
gonfia, provocando così una restrizione del flusso d'aria e l'aumento di
produzione di muco.
Gli attacchi d'asma possono durare da pochi minuti a diversi giorni e possono
rivelarsi molto pericolosi se il flusso d'aria diminuisce drasticamente.
L'asma può essere provocata da allergeni di qualsiasi tipo: pollini, polvere,
muffe e da alcuni farmaci. Questa condizione colpisce soprattutto i bambini, ma
può regredire, fino a scomparire, con gli anni.
L'attacco d'asma può essere evitato sostanzialmente non esponendosi
all'allergene che la scatena. Può essere d'aiuto, quindi, utilizzare materassi e
cuscini anti-allergici, eliminare tappeti dalle stanze da letto e pulire casa
regolarmente con aspirapolvere con filtro ad acqua, nel caso di allergia alla
polvere.
In caso di allergia agli
animali domestici può essere necessario tenere l'animale fuori dalla stanza da
letto, se non c'è possibilità di tenerlo all'aperto.
Gli attacchi d'asma non sono solitamente fatali, ma nei casi molto gravi possono
anche condurre alla morte.
Solitamente, durante un attacco d'asma, il paziente riesce a controllare bene,
con l'aiuto di broncodilatatori, l'inspirazione; ma se la crisi è molto forte,
le vie aeree potrebbero completamente chiudersi, anziché restringersi,
provocando così un'insufficienza respiratoria, che richiederebbe un intervento
medico di pronto soccorso immediato.
È importante quindi che il paziente stesso riesca a riconoscere un attacco
d'asma e a distinguere una crisi lieve o moderata da una crisi grave.
Non c'è una cura per l'asma; è soltanto possibile controllarne i sintomi.
Tuttavia la maggior parte delle persone affette da asma, con la terapia adeguata,
conducono una vita perfettamente normale. L'asma può essere diagnosticata grazie
ad esami particolari, quali l'auscultazione del petto, i test di funzionalità
polmonare, una radiografia del petto e soprattutto i test allergici.
Una volta identificato l'allergene la terapia può
essere fondata principalmente sul controllo dei sintomi attraverso farmaci
antinfiammatori e broncodilatatori; i soggetti con asma lieve possono utilizzare
inalatori limitandone l'uso anche alle sole crisi di asma.
La rinite allergica
Anche detta "febbre da
fieno", la rinite allergica è una condizione dovuta all'infiammazione e
all'irritazione nasale.
Si distinguono una rinite acuta, se la condizione dura meno di 6 settimane, ed
una rinite cronica, se i sintomi sono persistenti.
La rinite appare dopo l'esposizione a particelle presenti nella polvere, nelle
muffe, negli animali o nei pollini e a cui alcuni soggetti sono allergici. La
rinite allergica può essere stagionale o perenne: nel primo caso i sintomi si
presentano durante i mesi primaverili (da marzo a giugno) e all'inizio
dell'autunno; questi sono i mesi durante i quali vi è la presenza di pollini
nell'aria. Nel secondo caso, invece, la rinite si protrae per tutto l'anno ed è
solitamente legata alla presenza di polvere di casa, animali domestici e muffe.
Alcuni soggetti, solitamente colpiti da rinite allergica perenne, sperimentato
un peggioramento della condizione durante la primavera e l'autunno per la
sopravvenuta presenza dei pollini.
I sintomi tipici della rinite allergica sono:
tosse, prurito, naso gocciolante, congestione nasale,
aumento della lacrimazione.
Questi sintomi vengono causati dalla liberazione di istamina da
parte del sistema immunitario, in particolare dalle immunoglobuline E
(IgE) che attaccano la sostanza che riconoscono come estranea. L'istamina dilata
i capillari del naso, provocando una iperproduzione di muco, prurito, gonfiore e
aumento della lacrimazione. Non c'è modo di prevenire la rinite allergica, se
non evitando l'esposizione agli allergeni che la provocano. Può servire quindi
utilizzare materassi e cuscini anti-allergici ed eliminare i tappeti per quanto
riguarda l'allergia alla polvere, e restare a casa durante i mesi più a rischio
di presenza di pollini (per l'allergia ai pollini).
Per effettuare la diagnosi di allergia respiratoria
e per riconoscere l'allergene (o gli allergeni) che scatenano la febbre da fieno
esistono numerosi test.
Ha grande importanza il colloquio con lo specialista perché durante questo primo
approccio il medico indaga il tempo ed il modo di esposizione all'allergene
tramite domande sull'ambiente di lavoro o di casa, sulle abitudini alimentari,
di tempo libero, sulla storia familiare e, non da ultimo, sull'intensità e la
frequenza dei sintomi sperimentati durante le crisi allergiche.
Accanto al colloquio rivestono grande importanza i test cutanei, quelli più
efficaci e più comuni per questo tipo di condizione; essi, infatti, sono
semplici da condurre, poco dispendiosi, danno risultati precisi e, soprattutto,
immediati.
Nel caso questi test non siano sufficienti, solitamente, li si associa ad una
ricerca nel circolo sanguigno di IgE.
La rinite si cura, come tutte le allergie, evitando l'esposizione all'allergene
che la provoca; i soggetti allergici dovrebbero quindi tenere chiuse le finestre
e rimanere in casa durante i mesi primaverili ed autunnali, utilizzare
condizionatori con filtro nei mesi più caldi, coprire naso e bocca con una
mascherina durante le pulizie di casa.
Se evitare l'esposizione all'allergene non basta, la terapia farmacologica
si fonda sostanzialmente sulla somministrazione di antistaminici, che riducono i
sintomi.
La somministrazione di antistaminici può essere associata a corticosteroidi
nasali e decongestionanti nei casi più persistenti. Gli antistaminici
rappresentano il farmaco più utilizzato nella cura delle allergie e hanno
diversi dosaggi e tempi di somministrazione a seconda del tipo di rinite.
L'effetto indesiderato più comune degli antistaminici è la sonnolenza. È quindi
molto importante che non si assumano questi farmaci se si deve guidare o se si
utilizzano macchinari che potrebbero rivelarsi particolarmente pericolosi.
Un altro tipo di trattamento è rappresentato dall'immunoterapia, che
consiste nell'iniettare, in più volte, l'allergene diluito che scatena la
rinite, in modo che l'organismo, e soprattutto il sistema immunitario, si possa
abituare a questa presenza e non combatterla più come sostanza estranea.
L'immunoterapia può durare da 3 a 5 anni e dà buoni risultati per quanto
riguarda i sintomi della rinite allergica.
Allergie a muffe, acari ed
animali domestici
Le muffe
Sono una delle cause di
rinite stagionale, insieme ai pollini. Si tratta di piccole spore che, proprio
per le loro ridotte dimensioni, riescono a travalicare le naturali difese
dell'organismo, rappresentate dai filtri nasali, e quindi ad entrare fin nei
polmoni. In alcuni soggetti allergici, l'allergia alle muffe può essere
peggiorata dall'ingestione di determinati alimenti.
Le muffe si trovano facilmente negli ambienti umidi: nei giardini, per esempio,
nelle stanze da bagno, ma anche nelle piante o nei filtri del condizionatore di
casa. Un bollettino delle muffe potrebbe essere utile, un po' come quello che si
redige per i pollini.
Il problema che lo rende inutilizzabile è che le muffe variano troppo
velocemente rispetto ai pollini, talvolta addirittura entro le 24 ore. Inoltre i
cambiamenti di temperatura e di clima incidono enormemente sulla loro presenza:
per esempio, la pioggia porta via la maggior parte delle muffe più grandi, ma
mette in circolo quelle più piccole, cioè proprio quelle che più facilmente
provocano allergia.
La polvere e gli acari
Anche la polvere di casa
può rappresentare un nemico per chi soffre di allergia.
Questa è formata da diverse particelle: fibre, scaglie di pelle umana, pelo
animale (se si tiene in casa un cane, un gatto o altri animali), batteri
e soprattutto acari. Sono queste microscopiche creature appartenenti al genere
dei ragni che provocano le reazioni allergiche. La presenza degli acari della
polvere non è comunque indice di sporcizia; se ne trovano anche nelle case più
pulite e non è facile, anzi è impossibile, disfarsi completamente di loro. Essi
sono presenti soprattutto nei cuscini, nei materassi, nei tappeti, nei pupazzi
di peluche e in tutti quegli ambienti in cui fa molto caldo e l'umidità è tra il
70 e l'80%, l'ambiente ideale per la loro riproduzione.
Capire anche da soli che si è allergici alla polvere di casa è abbastanza
semplice, ma la conferma viene sempre da un consulto presso uno specialista
allergologo o immunologo.
I test che lo specialista effettua per scoprire l'allergene che scatena la
reazione possono essere cutanei o del sangue. I primi mirano ad evidenziare, tra
gli altri, l'allergene che provoca la crisi grazie all'arrossamento del punto in
cui l'allergene è stato iniettato. L'esame del sangue mira
invece a scoprire se in circolo c'è stato un innalzamento delle IgE, che sono
le immunoglobuline
che si sviluppano quando si verifica una reazione allergica.
Chiaramente, la migliore soluzione per combattere l'allergia alla polvere di
casa sarebbe evitare il contatto con le particelle che la compongono e,
soprattutto, con gli acari. Poiché non si può eliminarli del tutto, la
prevenzione, e trattamento allo stesso tempo, si fonda sostanzialmente sulla
riduzione della loro presenza in casa. Innanzitutto se i soggetti allergici non
possono delegare ad altri le faccende domestiche è bene che utilizzino una
mascherina che li protegga dalla polvere durante le pulizie. Inoltre, per
limitare al minimo la presenza di acari entro le quattro mura domestiche, è
senz'altro d'aiuto utilizzare materiali sintetici non allergici per la stanza da
letto (anche per le tende, che assorbono molta polvere), la stanza in cui gli
acari si concentrano maggiormente.
Può anche essere d'aiuto installare un condizionatore ed un deumidificatore che
mantengano la temperatura delle stanze sempre costante: né troppo calda, né
troppo umida.
I tappeti sono un altro ricettacolo di acari; se è possibile, è meglio
rinunciare ad essi, almeno nella stanza da letto, ed abolire la moquette.
Un occhio attento anche al mobilio: sempre meglio poltrone e divani in legno e
pelle, anziché di tessuto, e librerie chiuse, anziché mensole, poiché i libri ed
i soprammobili attirano grandi quantità di polvere.
Gli animali domestici
Tenere un animale in casa
può essere di grande compagnia per le persone sole e rappresentare un efficace
metodo di responsabilizzazione per i bambini.
In Italia sono moltissime le famiglie che hanno un cane, un gatto, un uccellino
in casa e qualcuna anche più di uno o uno di più specie. Purtroppo non sempre
avere un animale in casa può essere d'aiuto; anzi, spesso può provocare reazioni
allergiche nei conviventi a causa dell'inalazione dei loro peli o del contatto
con saliva e urine (quando gli si dà da mangiare o quando si pulisce la
lettiera, per esempio).
L'animale ideale per un soggetto allergico è sicuramente quello con poco pelo;
per esempio si potrebbe pensare ad un acquario, anche se poi l'umidità potrebbe
comunque provocare muffe. Sebbene si possa credere che l'allontanamento
dell'animale per qualche giorno possa essere una prova sufficiente a stabilire
se il soggetto è allergico oppure no, questo test fatto in casa ha scarso
valore, poiché ci vogliono almeno 20 settimane perché gli allergeni lasciati da
un animale domestico scompaiano ed i livelli siano identici a quelli delle
famiglie senza animali in casa.
Il colloquio con il paziente affetto da allergia agli
animali domestici è quanto mai complicato; questo soggetto, infatti, proprio per
l'affetto e la condizione psicologica che lo lega al proprio animale, non
ammetterà mai che è il suo cane o il suo gatto a provocargli la reazione
allergica, anche per un problema di eventuale separazione che ne potrebbe
scaturire. Quindi la diagnosi di allergia agli
animali domestici va posta sostanzialmente facendo affidamento ai test cutanei o
agli esami del sangue, sebbene una conferma definitiva possa venire soltanto
dalla separazione del soggetto allergico dal suo animale.
L'unico trattamento veramente efficace ed immediato, come più volte ripetuto,
sarebbe quello di allontanare il cane, il gatto, l'uccellino o altro dalla casa
in cui vive un soggetto allergico.
Se questo non è possibile, bisogna almeno tenerlo fuori casa (per esempio in
giardino, se ce ne è uno) o al massimo fuori dalla stanza da letto e magari
limitare la sua presenza ad una sola stanza. I condizionatori installati in
casa, inoltre, devono avere un filtro particolare che riesca a trattenere anche
la particelle più piccole, altrimenti si avrà il solo risultato, maggiormente
negativo, di diffondere l'allergene in tutte le stanze. Anche gli accessori
dell'animale vanno tenuti lontano dal soggetto allergico (è bene ricordare che
l'allergene si trova non solo nel pelo, ma anche nella saliva e nelle urine di
gatti, cani e uccelli).
Se le crisi si aggravano sia in quantità che in grado di severità,
l'allontanamento dell'animale è obbligatorio se non si vuole rischiare una
insufficienza respiratoria.
Un soggetto allergico che va a far visita a persone che hanno un animale in casa
deve essere preparato a questo incontro.
Lo specialista saprà consigliargli dei farmaci appropriati da assumere prima
della visita (antistaminici, decongestionanti, broncodilatatori ...).
Un'altra soluzione è rappresentata dall'immunoterapia. Iniezioni progressive
dell'allergene nel paziente, nell'arco di circa tre anni, possono indurre il
sistema immunitario a non riconoscere più quella sostanza come estranea e quindi
a non scatenare un'eccessiva risposta immunitaria. Il miglioramento dei sintomi
può essere avvertito però già dopo circa 6 mesi dall'inizio della terapia.
Chiaramente, per il rischio di un eventuale shock anafilattico, la terapia va
effettuata sotto stretto controllo di uno specialista immunologo o allergologo.
Allergia ai pollini
Ogni anno, nel periodo
che va da marzo ad ottobre circa, milioni di italiani soffrono di un'allergia
fastidiosa, quella ai pollini. Si tratta di piccole particelle rilasciate
nell'aria dalle piante, che giungono, attraverso l'aria inspirata, al naso e
alla gola dei tanti allergici, scatenando la rinite allergica.
Purtroppo, a differenza degli altri allergeni, il polline è tra gli allergeni
più difficili da evitare, a meno che non si resti chiusi in casa per gran parte
dell'anno.
Cos'è il polline
Il polline è il mezzo con
cui le piante si riproducono.
Queste particelle vengono rilasciate nell'aria affinché si depositino su altre
piante, nel terreno o sulla pianta stessa che li rilascia per avviare il
processo di riproduzione.
I pollini che più facilmente scatenano reazioni allergiche sono quelli
appartenenti a piante senza fiori; spesso questi pollini si ritrovano a
chilometri e chilometri di distanza dalla pianta che li ha prodotti e per
questo, è chiaro, è molto difficile cercare di evitarne il contatto.
Il bollettino dei pollini
L'allergia ai pollini ha,
ovviamente, un andamento stagionale, poiché ogni pianta ha il suo periodo di
produzione.
Il bollettino dei pollini può aiutare i soggetti allergici, conoscendo
l'allergene che scatena le crisi, ad evitare quanto più è possibile
l'esposizione all'agente allergico.
In Italia la stagione di produzione dei pollini comprende nella massima parte i
mesi da marzo ad ottobre, con un'alternanza nella presenza dei diversi pollini.
Le tabelle che seguono
possono essere d'aiuto per tenere sotto controllo l'andamento delle allergie ai
pollini.
NORD
|
|
graminacee |
betullacee |
oleacee |
platanacee |
urticacee |
fagacee |
salicacee |
composite |
Gennaio |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
Febbraio |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
0 |
Marzo |
0 |
1 |
0 |
0 |
0 |
2 |
3 |
0 |
Aprile |
1 - 2 |
2 - 3 |
1 |
2 - 3 |
0 |
3 - 4 |
1 |
0 |
Maggio |
3 |
3 |
4 |
2 |
1 - 2 |
1 |
0 |
0 |
Giugno |
4 |
0 |
4 |
0 |
2 - 3 |
0 |
0 |
0 |
Luglio |
1 - 2 |
0 |
4 |
0 |
4 |
0 |
0 |
1 - 2 |
Agosto |
1 - 2 |
0 |
0 |
0 |
3 |
0 |
0 |
3 |
Settembre |
2 |
0 |
0 |
0 |
1 - 2 |
0 |
0 |
2 |
Ottobre |
1 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
Novembre |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
Dicembre |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
CENTRO
|
|
graminacee |
betullacee |
oleacee |
platanacee |
urticacee |
fagacee |
salicacee |
composite |
Gennaio |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
Febbraio |
1 |
1 |
0 |
0 |
1 - 2 |
0 |
1 |
0 |
Marzo |
2 |
2 - 3 |
1 |
1 - 2 |
3 |
1 |
2 |
0 |
Aprile |
3 - 4 |
4 |
2 - 3 |
3 |
4 |
3 |
3 |
0 |
Maggio |
4 |
3 |
4 |
1 |
4 |
4 |
0 |
0 |
Giugno |
3 - 4 |
1 |
3 |
0 |
4 |
2 |
0 |
0 |
Luglio |
2 |
0 |
1 - 2 |
0 |
4 |
0 |
0 |
1 - 2 |
Agosto |
1 |
0 |
0 |
0 |
2 |
0 |
0 |
4 |
Settembre |
0 |
0 |
0 |
0 |
2 - 3 |
0 |
0 |
3 |
Ottobre |
0 |
0 |
0 |
0 |
2 - 3 |
0 |
0 |
1 - 2 |
Novembre |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
Dicembre |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
SUD |
|
graminacee |
betullacee |
oleacee |
platanacee |
urticacee |
fagacee |
salicacee |
composite |
Gennaio |
0 |
1 - 2 |
0 |
0 |
1 |
0 |
0 |
0 |
Febbraio |
0 |
3 |
0 |
1 |
2 - 3 |
0 |
1 |
0 |
Marzo |
1 - 2 |
2 - 3 |
0 |
2 |
4 |
1 |
2 |
0 |
Aprile |
3 - 4 |
0 |
1 |
2 |
4 |
3 |
1 |
0 |
Maggio |
3 |
0 |
2 - 3 |
1 |
4 |
2 |
0 |
0 |
Giugno |
3 |
0 |
4 |
0 |
4 |
1 |
0 |
0 |
Luglio |
2 - 3 |
0 |
2 - 3 |
0 |
3 - 4 |
0 |
0 |
0 |
Agosto |
1 |
0 |
1 |
0 |
1 |
0 |
0 |
2 - 3 |
Settembre |
1 |
0 |
0 |
0 |
2 - 3 |
0 |
0 |
3 |
Ottobre |
1 |
0 |
0 |
0 |
2 |
0 |
0 |
1 - 2 |
Novembre |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
0 |
0 |
0 |
Dicembre |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
Legenda
0: presenza nulla
1: presenza minima
2: presenza moderata
3: presenza forte
4: presenza fortissima
Test allergologici
Sono milioni gli italiani
soggetti ad allergie; alcuni sottovalutano questa condizione perché i loro
sintomi sono piuttosto lievi e non incidono fortemente sulla vita quotidiana.
Altri, purtroppo, sperimentano una condizione invalidante, perché costretti a
casa o impediti nelle attività lavorativa e ricreativa o nelle relazioni sociali
da riniti allergiche e crisi d'asma, da eczemi o dermatiti.
Sono proprio i pazienti appartenenti a questa seconda categoria che necessitano
di più del consulto di uno specialista allergologo che potrà aiutarli a
risolvere i problemi legati alle crisi allergiche.
Il primo passo verso la diagnosi di allergia è
sempre il colloquio con il paziente.
L'allergologo cercherà di capire, durante il colloquio, i sintomi della reazione
allergica, la loro intensità, la loro frequenza, ma anche in quali occasioni
essi si presentano, indagando la vita familiare del paziente, la presenza
eventuale di animali domestici in casa, abitudini alimentari e di vita. Il passo
successivo consiste nella conferma della condizione allergica e nella ricerca
dell'allergene che scatena la crisi.
I due tipi di esami che solitamente vengono condotti per accertarsi della
presenza di un'allergia in corso sono i test cutanei e gli esami del sangue.
Tutti possono effettuare test allergologici, adulti e bambini; sarà l'allergologo
a decidere quale test è più adeguato all'età e al tipo di allergia
sospettata nel paziente, alla sua storia familiare e alla sua storia clinica.
Per quanto riguarda i rischi, ogni test allergologico può, potenzialmente,
comportare rischi minimi, ma i test cutanei sono piuttosto sicuri da questo
punto di vista. Soltanto in rari casi può verificarsi uno shock anafilattico.
I test cutanei
I test cutanei sono di
due tipi, il test percutaneo ed il test intracutaneo. In un test percutaneo, i
sospetti allergeni vengono strofinati o inseriti in una piccola incisione sulla
pelle del paziente, solitamente quella dell'avambraccio; il test è condotto per
più allergeni contemporaneamente e reazioni quali gonfiore moderato ed
arrossamento rivelano la reazione agli allergeni presi in considerazione. In un
test intracutaneo, invece, l'allergene viene iniettato direttamente sotto pelle;
si tratta di un esame molto più sensibile e che, per questo motivo, potrebbe
anche dare risultati falsati o produrre reazioni sistemiche. In genere i test
cutanei non provocano problemi e non sono dolorosi, anche se un piccolo fastidio
può essere avvertito, nei due casi, per il trattamento della pelle nei luoghi di
iniezione e di strofinatura.
Il grande vantaggio dei test cutanei è l'immediatezza dei risultati, che
giungono dopo circa 20 minuti dall'inizio del test. Bisogna, però, aspettare
almeno altri 30 minuti per osservare eventuali reazioni più; forti
all'allergene, soprattutto se si è effettuato un test intracutaneo. Solitamente
non ci sono altre reazioni, ma talvolta possono presentarsi reazioni ritardate,
che tendono a scomparire dopo circa 24-48 ore. In questo caso, però, bisogna
comunque comunicarlo al medico.
L'esame del sangue
L'esame del sangue è
principalmente volto alla ricerca, nel circolo sanguigno, di anticorpi agli
allergeni specifici. Solitamente si effettua un test chiamato RAST (RadioAllergoSorbent
Test, cioè test radioallergoassorbente) che cerca la quantità di IgE nel sangue in
circolo (la presenza di immunoglobuline E
è la conferma di una reazione allergica in atto).
Altri test effettuati sul sangue cercano
la quantità di immunoglobuline
(elettroforesi sierica) e la quantità di eosinofili (un aumento di eosinofili è
un altro indizio a favore di un'allergia in atto). A differenza dei test
cutanei, i risultati dell'esame del sangue richiedono
diversi giorni di lavorazione perché il campione di sangue deve
essere inviato in un laboratorio specialistico per essere analizzato e i
risultati inviati al medico che ha effettuato il prelievo.
Altri esami
Vanno ricordati anche
altri due tipi di test, il test di provocazione ed il test di eliminazione. Il
primo implica l'esposizione del paziente al sospetto allergene, sempre sotto
stretto controllo medico, in quanto questo esame potrebbe provocare una reazione
severa, se non addirittura uno shock anafilattico.
Il secondo tipo di esame, invece, consiste nell'eliminare (soprattutto quando si
tratta di allergie alimentari, ma anche nei casi di allergie agli animali
domestici) per varie settimane la fonte che scatena l'allergia per provare ed
avere conferma che sia proprio quello l'allergene che provoca la crisi. L'esame
va effettuato in più sedute, anche perché dovrebbe essere condotto senza che il
paziente sappia della sospensione di questo allergene, pena il condizionamento
psicologico.
Una casa a prova
di polvere
Nonostante i tanti
ritrovati per l'eliminazione della polvere, sarà sempre impossibile liberarsi
del tutto di essa.
La polvere di casa è formata da vari elementi, tra cui acari, frammenti di pelle
morta, batteri, peli degli animali domestici (se ne avete in casa), pezzetti di
cibo, residui di insetti ed altro ancora. Ed è proprio questa polvere a causare
la maggior parte delle allergie che si presentano, fastidiosissime, tra le
quattro mura di casa. È facile riconoscerla: occhi arrossati, prurito al naso,
gli starnuti inevitabili che seguono sono i sintomi inequivocabili dell'allergia
alla polvere.
L'allergia viene scatenata da cellule dette mastociti, che, entrate in
contatto con gli allergeni, liberano istamina nell'organismo; l'istamina,
a sua volta, agisce sulle terminazioni nervose e sui muchi presenti
nell'apparato respiratorio, scatenando la crisi allergica. Questo tipo di
allergia, come tutti gli altri tipi, può essere congenito o acquisito; in quest'ultimo
caso, è spesso un'alta concentrazione di allergeni nell'aria di casa che stimola
continuamente l'organismo e lo rende ipersensibile a questi elementi. Può
capitare che l'allergia, in presenza di una concentrazione di allergeni maggiore
del solito, possa degenerare in crisi asmatica; in questo caso, il pericolo di
fame d'aria rende necessario un intervento immediato per bloccare l'apnea.
L'allergia più comune è quella agli acari, insetti microscopici che si trovano
dappertutto in casa: nei tappeti, nei materassi, nei cuscini, nella moquette
... Sono in verità le loro feci che, respirate, scatenano le crisi allergiche e
causano riniti ed asma.
Gli acari si nutrono della pelle morta che ciascuno di noi perde ogni giorno, si
moltiplicano in un clima che varia tra i 15 ed i 30 gradi centigradi, ad umidità
tra 60% e 80%, con rapidità eccezionale, e si accumulano proprio nella polvere.
Cosa fare?
Cosa si può fare, allora, per contrastare questi effetti negativi degli acari
sulla nostra salute?
Va premesso che è impossibile disfarsi completamente degli acari, però si può
cercare di ridurre la loro concentrazione tra le mura domestiche.
Innanzitutto si può cercare di eliminare, o almeno limitare, la presenza di
quegli oggetti che favoriscono l'accumulo degli acari, come i tappeti, i pupazzi
di peluche e la moquette; in seconda istanza, si possono utilizzare tende
prodotte con materiale sintetico da lavare molto spesso; anche aprire la
finestra più volte durante la giornata può aiutare, perché abbassa l'umidità che
si concentra in casa.
Per quanto riguarda la pulizia è meglio utilizzare una mascherina durante le
faccende di casa, aspirapolvere di ultima generazione, con filtro ad acqua
anziché a sacchetto, che impediscono la rimessa in circolo della polvere, e
panni umidi o antistatici per togliere la polvere dai mobili che assicurino una
pulizia più profonda.
Non vi tollero!!! - Le Intolleranze Alimentari
Mal di testa, amenorrea,
mal di stomaco, diarrea, insonnia, nausea, asma, rinite, ritenzione idrica,
sovrappeso, dermatite, sono soltanto alcuni dei disturbi che una intolleranza
alimentare può provocare. Le intolleranze alimentari sono più comuni di quel che
sembra, anche se spesso non ce ne accorgiamo. Ed i sintomi sono talmente vari
che talvolta neanche pensiamo che possano essere causati da intolleranze.
Inoltre, a differenza delle allergie, che mostrano immediatamente i sintomi e
che coinvolgono il sistema immunitario, le intolleranze alimentari sono
scatenate da ben altri meccanismi e possono rimanere latenti per molto tempo
prima di venire alla luce. La cosa più grave è che, nella maggior parte dei
casi, le intolleranze sono rivolte proprio verso i cibi più comuni, quali
pasta, pane, olio, uova e latticini.
L'intolleranza è principalmente dovuta ad una impossibilità, da parte
dell'intestino, di assimilare determinati alimenti, con conseguente accumulo dell'alimento nell'organismo e quindi intossicazione. E le cause? Innanzitutto,
una dieta poco varia. È chiaro che, se un alimento viene introdotto
troppo spesso, è più facile trovarsi "intossicati", mentre una dieta molto varia
non permette a quel determinato alimento di accumularsi nell'organismo fino a
far sviluppare una intolleranza. Ci sono però anche altre cause: la mancanza di
qualche enzima particolare che rende intolleranti a determinati elementi,
la presenza di sostanze tossiche nell'alimento che stiamo per consumare
(come, ad esempio, i funghi), gli additivi in persone particolarmente
sensibili, e non da ultimo i fattori psicologici, come lo stress, ad
esempio.
Che fare?
Gli esami per capire se c'è in atto una intolleranza alimentare sono
fondamentalmente tre. Il Dria test è volto a cercare un'alterazione negli
sforzi muscolari dopo la somministrazione di un alimento perché c'è una
connessione molto stretta tra riduzione della tensione muscolare e intolleranza.
Il test citotossico
viene invece effettuato sul prelievo di sangue e
va a cercare delle modificazioni nei globuli bianchi interessati dalla reazione
all'alimento cui si è intolleranti. Infine, il Vega test verifica la
reazione all'alimento tramite fialette collegate agli elettrodi, mentre il
paziente ne tiene in mano un altro e l'esaminatore un altro ancora da appoggiare
sulle mani. Se quindi siete intolleranti a qualche alimento, l'unico modo per
evitare la sintomatologia che ne deriva è sospendere l'assunzione di quell'alimento
per circa 6-9 mesi, che è il tempo che l'organismo impiega per
"disintossicarsi".
Intolleranza al glutine: la celiachia
L'intolleranza al glutine è un tipo di intolleranza alimentare molto più grave
delle altre, questo perché innanzitutto non è provocato da un'assunzione
massiccia del cibo incriminato, bensì da una predisposizione genetica e
poi perché la dieta a cui si è costretti non finisce dopo 9 mesi, ma dura tutta
la vita. Anche le conseguenze sono più gravi: la presenza di
glutine nella dieta dei celiaci provoca una reazione immunitaria esagerata a
livello dell'intestino tenue, accompagnata da infiammazione cronica e
progressiva scomparsa dei villi intestinali, il che vuol dire progressivo
decadimento delle funzioni di assorbimento da parte dell'intestino.
Solitamente l'intolleranza al glutine si comincia a vedere durante lo
svezzamento, quando il bambino passa dal latte agli alimenti solidi e una
crescita ritardata, diarrea o stitichezza croniche
devono già far capire che qualcosa non funziona. È importante una diagnosi
precoce della celiachia perché,
oltre alle conseguenze della crisi passeggera, che già sono sintomi importanti,
una celiachia non
diagnosticata potrebbe portare conseguenze ancora più gravi quali diarrea
persistente con enorme perdita di liquidi e sali minerali e addirittura a
tumori del tratto intestinale.
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