LA RIABILITAZIONE "A CASA" Sabrina Zanolli - Sara Lupo - Silvia Caponera
Chi ha detto che per svolgere una corretta riabilitazione funzionale sono assolutamente necessarie apparecchiature sofisticate e attrezzi ...? Chi ha detto che non è possibile ottenere un ottimo risultato a casa e usando oggetti di uso quotidiano? Vediamo in questo articolo come sia possibile svolgere un programma di riabilitazione utilizzando oggetti comuni e di uso quotidiano e, soprattutto, usando la fantasia ...
INTRODUZIONE Prima di intraprendere una terapia riabilitativa è di estrema importanza conoscere lo stato funzionale del paziente prima dell'evento traumatico al fine di pianificarne l'obiettivo rieducativo. A tale scopo dovremo conoscere, quando ci troviamo per la prima volta di fronte ad un paziente:
L'OBIETTIVO Il nostro "obiettivo" sarà la reale possibilità di una riabilitazione percentualmente accettabile rispetto allo stato antecedente, allo scopo di restituire il paziente ad una buona qualità di vita/relazione/affettività. Ciò si determina anche in base a parametri quali: l'età, il peso corporeo (il cui aumento è spesso in stretta relazione alle abitudini alimentari, ma anche conseguenza della patologia che limita la funzionalità articolare, muscolare e neuromotoria del paziente). Al fine di produrre un obiettivo ben congeniale alla persona, si devono prendere in considerazione oltre alle attività lavorative e ludiche svolte, anche gli interessi, fino ad arrivare a concetti astratti, ma non per questo meno importanti, quali per esempio la musicalità (spesso il riascoltare un brano per un paziente può voler dire rievocare un qualcosa del suo passato generando un "plinto" sul quale fondare un percorso rieducativo: strategia validissima, ad esempio, in caso di lesioni neurovegetative) o gli impegni culturali pregressi e l'attenzione nei riguardi della vita di relazione avuta dal nostro paziente prima dello stato attuale. Riteniamo tali concetti fondamentali per la stesura del nostro programma, pertanto l'obiettivo deve essere proporzionale sia alla funzionalità residua sia allo status quo ante.
"CAPACITà MOTORIA RESIDUA/CAPACITà MOTORIA QUO ANTE - ATTRAVERSO IL PROGRAMMA DI RIEDUCAZIONE FUNZIONALE - PER RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO"
Coordinando quanto detto e non tralasciando il quadro clinico e la prognosi della malattia che affligge o ha afflitto il nostro paziente, si giunge finalmente all'ipotesi di un programma di rieducazione motoria finalizzata domiciliare, messa a punto sulla base di tutte le suddette nozioni acquisite durante il nostro primo incontro con il paziente stesso.
LA TERAPIA DOMICILIARE Se svolgiamo la nostra attività all'interno delle case dei nostri pazienti (Terapia Domiciliare), senza quindi il conforto di macchine prettamente studiate per alcune terapie, senza l'ausilio di attrezzature specifiche e/o all'avanguardia (come quelle che si possono trovare all'interno di cliniche o centri specializzati sempre più dotati ormai di un'ampia gamma di mezzi riabilitativi esistenti in commercio), la nostra fantasia professionale dovrà permetterci di trovare i giusti mezzi per far sì che il paziente possa lavorare comunque per svolgere il programma di lavoro da noi studiato. La scelta degli attrezzi/oggetti, dei mezzi e dei percorsi che si possono recuperare ed organizzare all'interno di una casa diventa quindi determinante per il raggiungimento del nostro obiettivo, attraverso il programma di rieducazione che si è predisposto a tale scopo. Concentrarci sulla ricerca dei mezzi di allenamento e degli adeguati carichi di lavoro risulta essere tra le cose più stimolanti, ma al contempo più "stressanti" della nostra professione; spesso infatti molti degli oggetti prescelti possono diventare particolarmente a rischio, se non selezionati con la cura e la dovizia necessarie. Spesso poi la riproduzione di certi esercizi, da noi proposti e necessari alla stimolazione di alcune catene cinetiche muscolari determinanti per il raggiungimento dell'obiettivo, risulta impossibile all'interno di una casa o, meglio, non tutte le case dove ci troviamo a svolgere la nostra attività sono idonee per portare avanti un buon intervento riabilitativo. Gli esempi di oggetti prescelti per eseguire gli esercizi sono validi sia per i pazienti con problematiche di tipo neurologico sia per quelli con problematiche di tipo ortopedico: rimandiamo ai testi specialistici per lo studio della prassi e delle tecniche riabilitative di uso corrente. Inoltre la scelta, la sequenza ed i calcoli metodologici di allenamento dovranno essere stabiliti dall'operatore, essendo queste solo delle ipotesi che devono servire da stimolo, pur se la loro efficacia è stata suffragata, durante la nostra esperienza professionale, dal raggiungimento dell'obiettivo riabilitativo nei tempi previsti dal programma stesso.
GLI OGGETTI Gli oggetti che si reperiscono più facilmente sono:
Questi sono solo alcuni esempi di oggetti che possono essere utili durante le nostre sedute di riabilitazione domiciliare. Naturalmente non tutti sono sufficienti allo scopo. Ci sono però anche altri oggetti/attrezzi che si possono procurare facilmente e che possono diventare determinanti per il recupero funzionale di alcuni distretti articolari: ad esempio gli elastici a "resistenza graduata", largamente usati nelle sedute riabilitative specie della spalla, ma sempre più elettivi per la loro praticità e rappresentatività anche nella riabilitazione di altri distretti. In ogni caso, in mancanza degli elastici per fisioterapia, si possono utilizzare quelli che servono solitamente per bloccare le valigie sul portapacchi dell'auto ...
ALCUNI ESEMPI DI ESERCIZI CON GLI ELASTICI
Oppure i palloni di diverse dimensioni, meglio se di spugna, particolarmente indicata per la terapia domiciliare perchè difficilmente può procurare danni a cose e persone. I palloni inoltre, proprio per la loro "leggerezza", consentono l'esecuzione di quasi tutti gli esercizi senza il rischio di procurare infiammazioni da carico (e, oltretutto, … non fanno rumore).
Questo esercizio permette di far "ruotare" la coscia appoggiata sul pallone, determinando dei piccoli movimenti di adduzione e abduzione dell'anca
A questo punto è importante anche sottolineare l'utilità (peraltro largamente documentata in letteratura) di tutti gli esercizi di allungamento muscolare (stretching) e della ginnastica posturale (sui quali però non ci soffermiamo, non essendo materia di questo articolo): tra l'altro tali tecniche non prevedono l'uso di oggetti/attrezzi straordinari, ma solo di semplici sostegni e lettini o materassini da mettere in terra.
CONCLUSIONI Ci rendiamo conto che la cosa più difficile è quella di dare vita a questi oggetti o meglio di dare loro un significato ed una utilizzazione diversi da quelli per cui sono stati creati e trasformarli, in questo modo, in mezzi riabilitativi. Quello che occorre è sempre, a nostro modesto avviso, una valida conoscenza della fisiologia dell'esercizio e degli adattamenti indotti dalla metodologia dell'allenamento. Ecco, ad esempio, alcune cose da ricordare:
In conclusione ci sentiamo di affermare che anche l'approccio alla terapia domiciliare deve rispondere a canoni di professionalità e ricerca valutativa: solo dando importanza al nostro lavoro anche al di fuori di strutture super professionali, la nostra professione manterrà un percorso altamente qualificato e qualificante ed una continua ricerca verso nuove tecniche e nuovi approcci riabilitativi; allo stesso tempo la capacità di "inventare" gli esercizi utilizzando mezzi "a portata di mano", non può far altro che aumentare le nostre possibilità di intervento e risultato. |
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ULTIMO AGGIORNAMENTO PAGINA 31 MAGGIO 2007 |
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