FORZA E IPERTROFIA
MUSCOLARE
MEZZI UTILIZZATI A CONFRONTO
Testo e disegni di Stelvio
Beraldo
MACCHINE E PESI LIBERI
Caratteristiche
- La caratteristica
principale che differenzia le macchine isocinetiche o a "cammes" dai pesi
liberi è
che le prime consentono al muscolo di sviluppare una tensione costante
(carico) per tutta l'escursione articolare, mentre i pesi liberi
permettono di lavorare con la percentuale di carico desiderata solo nel
breve tratto del movimento articolare ove il segmento corporeo ha il
massimo braccio di leva (momento). Nelle posizioni articolari estreme il
carico si riduce notevolmente (Figura).
- I parametri di lavoro
delle macchine sono gli stessi delle metodologie con pesi liberi,
con la differenza che le macchine isocinetiche o a cammes, grazie alla
costante e prolungata tensione muscolare che determinano, permettono di
eseguire un numero di serie minore (vedi la metodologia esposta nei
dettagli alle singole voci: Costruzione muscolare, Forza massima e Forza
resistente). |
Tipo di resistenza offerta dalle
macchine isocinetiche e a "cammes"
(confronto con i pesi liberi)
 |
Macchine e pesi
liberi a confronto
PARAMETRI |
MACCHINE
(isocinetiche e a cammes) |
PESI LIBERI
(manubri e bilancieri) |
Possibilità di lavoro di
isolamento muscolare |
Permettono un lavoro di
isolamento muscolare ottimale. |
Con posizioni di lavoro
particolari permettono la localizzazione del lavoro muscolare (manubri). |
Prevenzione dei traumi |
Se ben costruite, danno
modo di assumere una postura corretta utile a non sovraccaricare
eccessivamente la colonna vertebrale.
In alcuni esercizi possono
creare carichi estremamente localizzati sulle strutture articolari. |
Alcuni esercizi,
specialmente con carico elevato, possono richiedere la presenza di un
partner.
Il carico viene
distribuito in maniera ottimale su tutte le articolazioni impegnate. |
Facilità di utilizzo |
Sono di facile utilizzo
anche per i principianti. |
Nei principianti è
necessaria una fase di apprendimento della corretta tecnica esecutiva
degli esercizi. |
Possibilità di eseguire
più esercizi |
Normalmente ogni macchina
è limitata alla esecuzione di un solo specifico esercizio. |
Consentono una vastissima
gamma di esercizi. |
Effetti allenanti sulla
forza massima e sulla coordinazione motoria |
La predeterminazione della
traiettoria (macchine a guida fissa) riduce l'intervento dei muscoli
sinergici (coordinazione intermuscolare) nonché un apprezzabile
trasferimento della forza ottenuta in analogo esercizio effettuato con
pesi liberi e nelle attività sportive.
Non migliorano la
coordinazione motoria. |
Consentono un impegno
ottimale dei muscoli sinergici (coordinazione intermuscolare) e il
trasferimento della forza ottenuta nelle attività sportive.
Allenano (staticamente)
anche le masse muscolari stabilizzatrici del movimento.
Migliorano la
coordinazione motoria. |
Effetti allenanti sulla
forza rapida e sulla forza resistente |
Limitano la velocità
esecutiva, quindi anche la possibilità di intervento sulla forza rapida.
Possono trovare spazio
nell'allenamento della forza resistente nelle discipline con gesto ciclico
(canottaggio, ciclismo, ecc.). |
Permettono l'applicazione
di ritmi esecutivi diversi. Pertanto consentono di sviluppare tutte le
espressioni della forza (massima, rapida e resistente). |
Incidenza sui tempi di
allenamento |
Impegnando il muscolo per
una intensità costante (percentuale del carico) per tutta l'escursione
articolare, consentono di diminuire il numero di serie in ciascun
esercizio. |
Non consentono la
applicazione costante della percentuale di carico desiderata durante tutta
l'escursione articolare. Si può ovviare a questo lavorando su diversi
angoli articolari, ma con notevole aumento di serie e quindi, di tempo. |
ELASTICI
Caratteristiche
- Sono facilmente reperibili e di bassissimo costo,
permettono di eseguire esercizi per tutti i gruppi muscolari del corpo.
- L'applicazione pratica degli elastici è facilmente
intuibile per quegli esercizi ove
l'elastico può sostituire idealmente la fune di una macchina (esercizi con
le ercoline, pulley e lat machine, ecc.). In genere è sufficiente bloccare
un'estremità dell'elastico su un punto fisso opposto alla direzione del
movimento (esempio: in alcuni esercizi di spinta o di slancio per gli arti
superiori l'estremità dell'elastico può essere bloccata dalla pianta dei
piedi o sul terreno, lo stesso per i piegamenti o le estensioni degli arti
inferiori). |
- Il carico può essere
graduato
utilizzando elastici a resistenza diversa oppure aggiungendo in parallelo
con più elastici.
- Creano una tensione
iniziale che progressivamente aumenta
per raggiungere il massimo alla fine della prima parte del movimento
(andata), quindi nel punto di massima chiusura articolare nel caso di una
flessione e di massima apertura articolare nel caso di una estensione
(Figura). Questo aspetto, che può essere interessante, può anche essere il
limite nell'utilizzo degli elastici (Tabella). Infatti nelle azioni
tecniche la fase muscolare più importante di ogni singolo movimento si
colloca normalmente all'inizio dello stesso. Questo fatto si evidenzia
ancora di più nelle contrazioni di tipo balistico (rapidità e forza
rapida) ove la massima tensione muscolare si esprime proprio all'inizio
del movimento. Quindi non sono un mezzo utile per
lo sviluppo della forza rapida. Possono avere, invece, una
funzione integrativa al lavoro svolto con pesi liberi o altri attrezzi per
migliorare la forza generale, massima e resistente.
- Possono svolgere un
ruolo interessante nella prevenzione delle sindromi dolorose croniche
legate alle ripetizioni delle azioni tecniche specifiche che tendono a
creare squilibri muscolari (es.: azione ripetuta di abduzione ed
extrarotazione dell'omero al disopra dei 90° nella pallavolo, pallanuoto,
tennis, baseball, lancio del giavellotto, ecc.). |
Tipo di resistenza offerta dagli elastici
(confronto con i pesi liberi)
 |
-
I parametri di
lavoro sono gli stessi esposti per i vari tipi di forza
(vedi la metodologia esposta nei dettagli alle singole voci: Costruzione
muscolare, Forza massima e Forza resistente). |
CARICO NATURALE
Caratteristiche
-
Il mezzo di allenamento (carico) è determinato dal solo peso
del corpo. Questo rende possibile la scelta tra una vastissima gamma di
esercizi generali e specifici che si possono esprimere con ritmi e
coordinazioni vicine al gesto di gara.
- È il primo passaggio consigliato
per chi desidera utilizzare i metodi di incremento della forza con
sovraccarichi.
- Nell'utilizzo
degli esercizi a carico naturale, al contrario di come avviene
a carico artificiale, risulta
difficile utilizzare con precisione il carico ottimale
in quanto è altrettanto difficile fare riferimento alla prestazione
massimale eseguibile per una sola ripetizione.
Utilizzare anche
in questo caso il parametro chiave di valutazione dell'allenamento della
forza incrementata a carico artificiale, anche con gli esercizi a carico
naturale si riesce ad individuare, ed entro certi limiti graduare, la
percentuale di carico riferita al massimale che ci interessa.
Questo parametro,
per la forza generale, è il numero massimo di
ripetizioni che si riescono ad eseguire in una serie portata a
"esaurimento".
Esempio: se si riescono
ad eseguire un massimo di 8-9 ripetizioni nei piegamenti sulle braccia,
significa che si sta lavorando con circa il 75% del proprio massimale e,
quindi, per la forza generale. Se un altro atleta riesce ad eseguire 22-23
ripetizioni, significa che sta lavorando con il 50% circa del suo
massimale e, quindi, per la forza resistente (vedi
Principi e parametri generali). |
- Il carico può essere
graduato
utilizzando piccoli attrezzi come spessori, panche, piani a varia
inclinazione, ecc., in modo da agire sia sull'escursione articolare che
sull'impegno muscolare. Un ulteriore espediente è l'esecuzione su un solo
arto o l'assunzione di varie posizioni delle leve corporee (Figura).
- Crea i presupposti
per l'adattamento biologico dell'apparato locomotore
e per il miglioramento della forza generale.
- È utile per il
miglioramento della forza resistente
nelle percentuali di carico a intensità più basse
e della forza rapida
nelle percentuali di carico che permettono ritmi esecutivi molto veloci
(vedi "Miglioramento
della forza rapida e della rapidità con esercizi a carico naturale").
Difficilmente può essere utilizzato per la forza massima, forza resistente
e forza rapida nelle percentuali di carico più alte.
-
Incide notevolmente sullo sviluppo delle capacità
coordinative e della rapidità.
-
Non richiede complessi attrezzi di supporto.
-
Se applicato con progressività e gradualità
riduce al minimo il rischio di traumi all'apparato locomotore. |
 |
STIMOLAZIONE ELETTRICA
Caratteristiche
- Viene utilizzata con
successo da moltissimi anni nella prevenzione dell'atrofia muscolare
nei soggetti con particolari muscoli denervati, come pure nelle situazioni
post-traumatiche per la riabilitazione durante la fase di
immobilizzazione.
- È in grado di attivare
alcune risposte simili a quelle tipiche della contrazione volontaria del
muscolo con carichi liberi. Infatti
aumenta il flusso sanguigno e il metabolismo locale, il contenuto di
glicogeno e, infine, anche la forza.
- Consente di isolare con
precisione il lavoro muscolare (quindi
particolarmente utile nella riabilitazione e in alcune esigenze tipiche
del Bodybuilding).
- Accelera di 2/3 il tempo di
allenamento rispetto ai metodi
tradizionali con sovraccarichi.
- Permette di mantenere la
tensione muscolare per un tempo superiore
rispetto ai metodi tradizionali con sovraccarichi in quanto non affatica
il Sistema Nervoso Centrale.
- Non coinvolge il Sistema
Nervoso Centrale con tutte le risposte coordinative e propriocettive.
Infatti il movimento non richiede l'intervento coordinativo, pertanto non
incide sul miglioramento del bagaglio tecnico-esecutivo. Anche l'azione
dei propriocettori muscolari (sensazione di modulazione della tensione e
dell'allungamento muscolare) viene parzialmente inibita.
- Non attiva l'intervento dei
processi ormonali.
- Le fibre muscolari
interessate sono soprattutto quelle periferiche,
mentre quelle più profonde lo sono poco o niente.
- L'inibizione delle difese
fisiologiche e psicologiche alla fatica muscolare,
specialmente se l'elettrostimolazione è applicata contemporaneamente
all'esecuzione con sovraccarichi, può portare i tessuti muscolari fino
alla soglia limite della loro funzione naturale in quanto, a causa dei
segnali elettrici artificiali, vengono inibiti i meccanismi fisiologici e
psicologici di protezione dalla fatica. Pertanto si può incorrere in
lesioni muscolari anche serie.
- Emana onde elettromagnetiche.
-
Nell'applicazione sportiva vengono utilizzati solitamente
una frequenza (Hz) bassa, forte intensità e impulsi brevi per un
reclutamento privilegiato delle fibre rapide II B. Una frequenza alta e
una intensità debole per il reclutamento delle fibre di tipo I e le fibre
miste di tipo II A. |
ACQUA
Caratteristiche
- L'interesse che suscita da
alcuni anni l'utilizzo della piscina come
ambiente ideale per la riabilitazione motoria in genere è dovuto
essenzialmente alla spinta idrostatica che l'acqua imprime al corpo
immerso.
Le
ulteriori caratteristiche dell'acqua di resistenza idrodinamica e di
pressione idrostatica hanno aperto recentemente ulteriori prospettive di
utilizzo di questo mezzo anche per l'allenamento vero e proprio di alcune
capacità motorie quali la resistenza organica e la forza muscolare. Sono
invece da escludere in acqua esercitazioni che tendono a migliorare la
rapidità e la forza veloce.
- Grazie alla spinta
idrostatica, il corpo immerso nell'acqua
subisce, rispetto alla terraferma, una diminuzione gravitaria di circa
l'80% in meno. Pertanto tutto l'apparato locomotore, in particolar modo le
strutture articolari, subiscono un notevole alleggerimento di carico.
- La temperatura dell'acqua
stessa, situata intorno ai 33°-34°, permette un benefico rilassamento
muscolare che facilita i movimenti. Questo sblocca le tensioni muscolari e
favorisce la possibilità di migliorare la mobilità articolare e
l'allungamento muscolare. Il rilassamento si estende anche alla psiche
coinvolgendo l'individuo in maniera totale.
- La densità dell'acqua,
mille volte superiore all'aria, fa si che il movimento incontri una certa
resistenza utile all'innalzamento della frequenza cardiaca (resistenza
organica).
- Anche se indicata
essenzialmente per la riabilitazione,
l'attività in acqua può essere utilizzata per migliorare due aspetti delle
qualità neuromuscolari, la forza generale e la forza resistente.
- A causa della resistenza
dell'acqua, l'esercitazione è da
escludere per la forza veloce.
- Una particolarità dell'acqua
come sovraccarico, durante un movimento
eseguito a velocità costante, è l'effetto
isocinetico, quindi una pressione costante dall'inizio alla
fine. Questo si avvicina a quanto si ottiene in palestra con le macchine
isocinetiche e a cammes. Il muscolo viene impegnato con la stessa entità
di carico per un tempo più lungo rispetto ai pesi liberi (manubri e
bilancieri), offrendo la possibilità di ridurre il numero delle serie da
effettuare per ogni esercizio. Questo aspetto è anche un limite in quanto
non rende allenabili gli aspetti veloci del movimento (Forza rapida,
rapidità e velocità).
- Il carico sul muscolo può
essere creato e graduato applicando sul
segmento che si muove delle superfici piane di area diversa.
- Per capire l'entità del
carico applicato e, quindi il tipo di
forza che si sta sollecitando (l'effetto isocinetico dell'acqua non rende
allenabile la Forza rapida), si può fare riferimento all'esperienza
derivante dalla pesistica che ci insegna come il numero delle ripetizioni
possibili (a esaurimento) in una serie sono collegate al massimale,
quindi, al tipo di forza (Vedi
Principi e parametri generali).
- Durante l'esecuzione di una
serie, in ciascuna ripetizione si può far lavorare il segmento corporeo
secondo due modalità:
a) coinvolgendo il solo muscolo agonista che a
noi interessa, quindi movimento caricato in fase concentrica
(andata) e lento in fase eccentrica (ritorno);
b) coinvolgendo sia il muscolo
agonista che quello antagonista, quindi il
movimento risulterà costantemente "caricato" sia all'andata che al
ritorno. In questo secondo caso va considerato che il muscolo agonista o
antagonista che si affatica prima condizionerà l'entità ottimale dello
stimolo sull'altro muscolo. |
Stelvio
Beraldo
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